Una delle principali caratteristiche di un’università di antica tradizione come quella di Pavia è quella di essere attiva in aree di ricerca che coprono praticamente tutto lo spettro del sapere.
Data la dimensione medio-grande dell’Ateneo, certamente più piccola rispetto ai grandi atenei nazionali, la dimensione dei diversi gruppi di ricerca è però spesso ridotta se confrontata con quella di altri gruppi a livello nazionale, pur mantenendo sempre una produzione scientifica di alto livello.
Dal punto di vista dell’Ateneo, quindi, se da un lato è importante continuare a incentivare la capacità di attrazione di ricercatori di elevato livello, consolidando le linee di ricerca di punta, che contribuiscono al posizionamento scientifico dell’Ateneo e rafforzano la sua immagine e la sua identità, dall’altro è fondamentale sostenere la crescita dei gruppi di ricerca e dei singoli ricercatori che, per diverse ragioni (ridotta consistenza numerica, ricerca teorica di base, difficoltà di accesso a finanziamenti importanti propria di alcune aree), hanno a disposizione risorse non sempre sufficienti a mantenere alto il livello delle ricerche condotte e, conseguentemente, la possibilità di produrre risultati e pubblicazioni di prima fascia.
L’Ateneo non può naturalmente sostituirsi ai finanziamenti della ricerca conseguibili a livello nazionale e internazionale, ma deve incentivare sempre più la progettualità di tutti i gruppi di ricerca nella risposta ai bandi competitivi. Anche per questa ragione, il ricorso a piani strategici mirati, talvolta adottato in un passato anche recente, non appare davvero funzionale alle esigenze dell’Ateneo, in quanto spesso ha condotto a concentrare gli interventi su poche linee di ricerca già forti, o a disperderli su aggregazioni costruite “su misura”, che non hanno alla fine condotto all’apertura di nuove ricerche multidisciplinari davvero interconnesse.
Risulta piuttosto opportuno operare secondo più linee parallele, proseguendo nella politica già adottata verso la capacità di attrazione di eccellenze, ma incentivando contemporaneamente la capacità di tutti i gruppi nell’accesso ai finanziamenti e nella presentazione di progetti di ricerca, oltre che il mantenimento di un livello base di capacità di spesa a sostegno della ricerca (strumenti di calcolo, acquisizioni bibliografiche, ecc…).
In quest’ottica, interventi di supporto alla ricerca davvero sostenibili possono strutturarsi nelle seguenti iniziative, che in parte includono e adeguano quelle già avviate a sostegno della ricerca:
- sostituzione del Fondo Ricerca Giovani (FRG) con un Fondo Ricerca Dipartimentale (FRD) in cui confluiscano le dotazioni complessive del FRG e del Contributo alla Ricerca (linee BOOST e ENHANCE-SH), in misura non inferiore a quelle attuali: in particolare, la dotazione della linea ENHANCE-SH sarà ripartita tra i soli Dipartimenti di area umanistica e giuridico-politico-economica;
- l’introduzione all’interno del FRD di una quota per il sostegno ai docenti con ridotte dotazioni per la ricerca, determinata da ogni Dipartimento ma comunque non inferiore al 15% del FRD stesso, riservata a quei docenti (RTT, PA e PO) che hanno ricevuto nell’ultimo triennio finanziamenti esterni alla ricerca (esclusi quindi i contributi interni UniPV ma inclusi i proventi da conto terzi) in misura non superiore a 5 k€/anno, a condizione che risultino scientificamente attivi ai sensi di criteri basati sul possesso di prodotti di ricerca valutabili per la VQR. Il contributo pro-capite avrà durata biennale, dovrà comunque mantenersi nell’intervallo 3-6 k€/anno e richiederà la presentazione di un programma di risultati da raggiungere (in termini di prodotti di ricerca o di presentazione di richieste di finanziamento per progetti di ricerca su bandi competitivi). Il contributo potrà essere rinnovato per un successivo biennio, previo raggiungimento dei risultati previsti;
- copertura da parte dell’Ateneo del terzo anno di borsa di dottorato per i progetti di ricerca finanziati di durata biennale, in modo da consentire l’inserimento nelle proposte progettuali di posizioni di dottorato tra il personale di ricerca finanziato, evitando o il ricorso, spesso altrimenti quasi obbligato, a posizioni di durata più limitata (costituite in passato da borse e assegni di ricerca e in futuro, in base al disegno di legge in via di approvazione, da assistenti alla ricerca junior o senior), o la necessità di dover reperire finanziamenti aggiuntivi per l’istituzione della borsa di dottorato;
- istituzione di Grant writing workshop per preparare meglio i candidati alla predisposizione di progetti di ricerca nazionali e internazionali, in analogia alle iniziative già messe in atto da alcuni Dipartimenti; questo intervento sarebbe complementare a quanto già effettuato nel progetto INROAd+ per il supporto ai giovani ricercatori di elevata qualità nella presentazione di progetti ERC, che verrebbe comunque riproposto;
- riproposizione del programma “Rafforzamento” indirizzato sia ai giovani ricercatori non strutturati (young researchers)che ai docenti strutturati (experienced researchers) che abbiano presentato, in qualità di PI, progetti competitivi nazionali e/o internazionali, non finanziati ma che abbiano ottenuto valutazioni particolarmente positive e prossime al valore di soglia. In questo caso, dovrà essere garantito che i beneficiari del programma per entrambe le linee siano uniformemente distribuiti sulle tre aree ERC di Social sciences and Humanities, Life Sciences e Physical sciences and Engineering; inoltre, per rafforzare la linea di intervento, si prevede di assegnare ai vincitori tra gli young researchers un contratto di ricerca biennale, oltre ad un finanziamento annuale per la ricerca;
- riproposizione del Progetto Scavi e Ricerca sul Campo in ambito umanistico, con aumento del budget complessivo e conferma dell’erogazione del contributo alle linee di ricerca già finanziate, a valle della valutazione dei risultati raggiunti nel triennio precedente.
Deve restare naturalmente invariato il sostegno dell’Ateneo agli strumenti necessari a tutti i diversi ambiti della ricerca e, nello specifico, alle attrezzature necessarie alla ricerca sperimentale e al Sistema Bibliotecario di Ateneo (SiBA). Si prevede quindi di:
- investire sul Centro Grandi Strumenti e sul LENA, mantenendo e se possibile incrementando i fondi destinati alla manutenzione degli strumenti e garantendo le necessarie professionalità dei tecnici dedicati;
- predisporre un programma pluriennale di mantenimento, ricambio e ove possibile incremento dei tecnici di laboratorio di dipartimento, per garantire sempre la presenza delle professionalità necessarie all’esecuzione di prove sperimentali e attività di laboratorio di diversa complessità;
- incrementare il budget destinato al SiBA, sia per tenere conto dell’incremento dei costi di abbonamento alle riviste scientifiche, sia per aumentare l’acquisizione di nuovo patrimonio librario e archivistico e la sua digitalizzazione;
- predisporre un programma pluriennale per il turn-over del SiBA, che preveda l’acquisizione di nuove risorse di personale bibliotecario qualificato con uno specifico background professionale biblioteconomico, per garantire la piena efficienza sia dei servizi di front-office al servizio degli utenti, sia di quelli di back-office dedicati all’acquisizione, gestione e catalogazione del materiale librario, con particolare riferimento alle esigenze minime di fabbisogno di personale delle biblioteche di Area Medica “Adolfo Ferrata” (Campus della Salute), delle Scienze (Learning Space Cravino), dell’area giuridico-politico-economica e di Cremona;
- estensione del contratto esterno di servizi integrati di biblioteca, di cui è prevista la nuova assegnazione a giugno 2025, per estendere gli orari di apertura al pubblico, aumentando la fruibilità degli spazi delle biblioteche da parte degli studenti e, in particolare, prevedendo la possibilità di apertura sia al sabato che alla domenica di ulteriori spazi (Learning Space Cravino, Tamburo, Campus della Salute);
- acquisizione o realizzazione di uno spazio di deposito del materiale librario e documentario posseduto, in modo tale da permettere di razionalizzare gli spazi attualmente disponibili per le collezioni, favorendone lo sviluppo e trasferendo il materiale obsoleto ma di rilevanza storica, permettendo nel contempo l’acquisizione di nuovo materiale e di nuove donazioni librarie e documentarie; la realizzazione di questo spazio potrebbe essere vantaggiosamente effettuata tramite un accordo in cooperazione con altri Atenei dell’area milanese e lombarda.