Valorizzare il patrimonio culturale e architettonico millenario dell’Ateneo – dettaglio delle proposte

Il patrimonio storico, culturale e architettonico della nostra Università rappresenta un valore inestimabile che deve essere adeguatamente valorizzato per rafforzare l’identità dell’Ateneo verso l’esterno, integrandolo in modo organico nella missione educativa e di ricerca dell’ateneo.

La strategia di gestione del nostro patrimonio deve coniugare la cura, il restauro e l’uso funzionale degli spazi storici. È essenziale che i nostri edifici non solo rispondano alle necessità moderne, ma continuino a rappresentare un segno tangibile della nostra eredità culturale.

Questo non riguarda solo gli edifici più antichi come il palazzo Centrale, San Felice e San Tommaso, oggetto negli ultimi anni di interventi di riqualificazione importanti ma sempre bisognosi di una continua manutenzione ordinaria e straordinaria, ma anche quelli più relativamente recenti ma ancora bisognosi di interventi importanti, come palazzo Botta e l’Orto Botanico, fino ad esempi di alta qualità di architettura contemporanea, come la Nave, ben radicata nella nostra storia ma anch’essa bisognosa di importanti lavori di manutenzione straordinaria, considerando i cinquant’anni ormai trascorsi dalla presentazione del piano di De Carlo.

Un aspetto fondamentale è rendere il nostro patrimonio più visibile e fruibile, non solo per gli studenti ma anche per la comunità esterna. Si pensi all’aula Volta – oggetto di visita ammirata di tanti nostri colleghi di passaggio a Pavia – o alla chiesa di San Felice – forse il miglior esempio superstite di architettura altomedievale esistente a Pavia – oppure ancora alla Cappella Bottigella nel palazzo di San Tommaso o alla Cappella del Collegio Castiglioni. Tutti, con caratteristiche diverse, gioielli custoditi tanto gelosamente da essere praticamente inaccessibili ad un visitatore esterno, se non in occasione di specifici eventi culturali.

Parallelamente, l’Ateneo ha sviluppato negli ultimi due decenni un Sistema Museale universitario tra i più avanzati in Italia, integrando le raccolte storiche e le eredità dei grandi scienziati del passato (quali Spallanzani, Golgi, Volta, Scarpa) in allestimenti e percorsi scientificamente e didatticamente innovativi, quali quelli realizzati per Kosmos e progettati per Anthropos.

È quindi opportuno sviluppare ulteriormente iniziative come mostre, percorsi guidati per visitatori esterni e collaborazioni con enti culturali, associazioni studentesche e altre realtà locali, integrandole con quelle della rete del Sistema Museale universitario, con esposizioni temporanee e progetti che coinvolgano tutti i dipartimenti, rafforzando l’identità dell’Università, promuovendo la ricerca, la didattica e il dialogo con il territorio.

Tra le iniziative che possono esser intraprese nell’immediato futuro, soprattutto nell’ottica di un’apertura dell’Ateneo verso la città di Pavia e di un rafforzamento dell’immagine di Pavia come città turistica nel suo complesso, rientrano:

  • il completamento del restauro dei saloni di palazzo Botta, l’allestimento del museo Anthropos, l’ampliamento della biglietteria e del bookshop; il ruolo dell’attuale biglietteria di Kosmos, il cui servizio è già effettivo lungo tutti gli orari di apertura del museo, potrebbe essere esteso a quello di biglietteria centralizzata per tutte le visite del patrimonio storico e museale di Ateneo;
  • il riallestimento del museo archeologico e la sua riapertura in sinergia con le raccolte del Museo Civico di Castello Visconteo, anche nell’ottica della sua integrazione all’interno di un percorso cittadino unitario volto a sottolineare il ruolo di Pavia Capitale;
  • la promozione del programma culturale dell’Auditorium San Tommaso, in sinergia con altre istituzioni ed enti teatrali, anche nell’ottica del rafforzamento complessivo della strategia di comunicazione dell’Ateneo;
  • la programmazione di percorsi di visita guidata delle strutture storiche dell’Ateneo e dei Collegi, in momenti prestabiliti che non interferiscano con la vita accademica (weekend, estate), solo su prenotazione e con numeri programmati e limitati; in una fase iniziale, le aperture potrebbero essere limitate a pochi weekend e integrate con manifestazioni nazionali (ad esempio, le Giornate del FAI o dell’ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane);
  • la sottoscrizione di un accordo quadro con il FAI, sulla falsariga di quelli già sottoscritti da altre università italiane, da tradurre successivamente in accordi attuativi mirati alla valorizzazione congiunta del patrimonio storico, artistico e architettonico dell’Ateneo, allo svolgimento di attività congiunte di ricerca nel campo dei beni culturali e a programmi di interazione tra FAI e Ateneo per studenti e dottorandi.