Tutti gli obiettivi generali alla base del programma di candidatura e che si articolano poi nelle diverse proposte operative, perdono di significato se tutte le componenti dell’Ateneo non lavorano nella stessa direzione per rendere più forte l’istituzione nel suo complesso.
Non è un punto da dare per scontato. Sotto svariati aspetti, l’attuale sistema di gestione del mondo accademico tende a stimolare la competizione: la competizione tra Atenei nella suddivisione dei finanziamenti ministeriali, la competizione tra dipartimenti nella scalata alle classifiche dei dipartimenti di eccellenza, la competizione tra i diversi gruppi all’interno dell’Ateneo per la suddivisione delle risorse. Se da un certo punto di vista la competizione è benefica come stimolo al dinamismo e alla proattività, dal punto di vista della crescita di un’istituzione fortemente multidisciplinare come la nostra può divenire un pericolo, in quanto rischia di scavare solchi profondi tra le diverse aree.
La valutazione positiva conseguita nella Visita di Accreditamento del 2024, in questo senso, costituisce un ottimo esempio dei risultati che possono essere raggiunti quando tutte le componenti dell’Ateneo, docenti e personale tecnico-amministrativo, dipartimenti e servizi centrali, dirigenza e governance lavorano unite verso un obiettivo comune.
Questo spirito di collaborazione e di attenzione al bene comune della nostra Università deve costituire il filo conduttore del nostro futuro: per essere mantenuto, deve essere sostenuto da una continua condivisione dei processi decisionali a tutti i livelli, ma soprattutto da parte del futuro Rettore e della sua Squadra di governo con gli Organi Accademici, con l’amministrazione, con i Dipartimenti e con tutta la comunità accademica.